D.L. 23/2020... è vera liquidità?

Dopo aver redatto una breve Guida al D.l. Liquidità utile a comprendere cosa prevede e le modalità operative, ho avuto occasione di confrontarmi con diversi imprenditori e ho cercato di sostenerli chiarendo bene chi ne ha diritto e quali impegni si assume accedendo al credito agevolato.

A questo punto la domanda nasce spontanea: è vera liquidità per le imprese?

Da più parti si inneggia ai 400 miliardi di #liquidità immessi sul mercato quale sforzo estremo del Governo per sostenere le necessità delle imprese e aggiungo delle famiglie, perché i lavoratori non sono robot, sono padri e madri di famiglia (si diceva un tempo) ...

Ad oggi si possono chiedere solo i primi 25K€ e per farlo basta inviare l'autocertificazione alla banca, la quale la inoltra al Gestore del Fondo di Garanzia ottenendo così lo sblocco della somma...

Ma è così?

Dalla mia esperienza di questa settimana non sembra!

Intanto il Governo non ha immesso denaro... ha offerto garanzie e poi le banche e gli intermediari nella migliore delle ipotesi stanno gestendo la situazione proponendo anche prodotti propri con tassi tutt'altro che vicini all'1,2% con i loro criteri di sempre: se un'impresa ha un #fido che magari in questo mese ha utilizzato ampiamente (cosa prevedibile) per far fronte alle spese in un momento di incassi zero, per 20k€ ad esempio, la banca offre i 25k€ ma ne rende disponibili solo 5k€ all'impresa richiedente.... lascio a voi i giudizi.

Se poi analizziamo le clausole che vengono sottoscritte in fase di richiesta dei 25k€ - ma presumibilmente saranno le stesse per le somme tra 25k e 800k - si nota che non è vero che non c'è valutazione del merito creditizio, il richiedente si impegna a fornire "documentazione riguardante i dati andamentali dell’impresa provenienti dalla Centrale Rischi di Banca d’Italia o da altra società privata di gestione di sistemi di informazione creditizia", si impegna a restituire le somme (come è giusto in questa forma) ma che se non dovesse riuscire la banca otterrà le proprie somme dal Gestore del Fondo e quest'ultimo si surroga in tutti i diritti spettanti al finanziatore, per il recupero delle somme.

Inoltre ci si impegna ad essere soggetti a diversi controlli e a restituire le somme ottenute qualora in caso di verifica successiva alla concessione, l'impresa, risultasse non meritevole del credito.

Forse la risposta è fin troppo chiara... si tratta di liquidità per chi in questi mesi è riuscito a fronteggiare gli impegni con risorse proprie ed ora magari riesce ad avere un respiro finanziario grazie a questa azione, ma per la stragrande maggioranza delle imprese, anche le più sane, che hanno utilizzato i fidi, questa operazione al massimo servirà a pagare meno interessi di scoperto.

#Ripartire grazie a questo provvedimento?

Potrebbe essere, ma anche qui una breve riflessione è necessaria: supponiamo un'impresa che può accedere a 250k€ (perchè fattura 1 mln€ ad esempio) ... e li ottiene... supponiamo ora che si riparta il 4 maggio (con tutte le precauzioni del caso) i clienti come sono messi? Ripartono? Giocoforza sarà necessario "fare da banca" per i clienti che faranno più fatica a ripartire... consumando di sicuro le risorse finanziarie a causa di iniziali cash flow negativi... Dopo i 24 mesi di pre-ammortamento, in cui si è tentato di riavviare il business, di sicuro dopo aver pagato le tasse rinviate di 2 mesi ed essersi indebitati... parte la fase di restituzione del prestito ... 200k€ in 6 anni! cioè 33.333 euro/anno o se preferite 2.777 euro/mese da aggiungere al pagamento di tasse, fornitori e dipendenti... e magari dopo avere abbassato anche i prezzi per reagire ad una situazione di crisi...

Credo fermamente che l'ottimismo degli imprenditori italiani sia una risorsa che sarà determinate per il futuro, ma chi prende decisioni sulla sorte delle persone, non può illudere padri di famiglia rischiando di indirizzarli verso situazioni di non ritorno.

Nella grave situazione che viviamo mi duole rilevare che questa sia una operazione più mediatica che di aiuto.

Ma il mio lavoro non è dare giudizi (anche se lo faccio) ma individuare le opportunità per le imprese e questa lo può essere se ben ponderata e compresa.

Prima di fare richiesta è necessario redigere con attenzione un piano sulle reali necessità finanziarie dell’attività. Per quanto possibile stimare la capacità di reddito futura e soprattutto non concepire questa opzione come un aiuto a sanare le incombenze correnti ma piuttosto come un fondo da utilizzare quale base di liquidità per gestire la ripartenza che, anche se con modalità nuove, ci sarà e sarà necessario poter gestire le fasi iniziali in cui difficilmente i clienti - soprattutto B2B - potranno saldare i conti per cassa, con possibile conseguenza di appesantire notevolmente il cash flow aziendale.

Nel decreto di Aprile previsto per domani, giovedì 23 aprile, con il quale il Governo prevede di avviare la fase2 si vocifera ci sia allo studio l'inserimento di indennizzi a fondo perduto. Vedremo.

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